Anni ’90

Il disimpegno del Comune verso il Trotter, di cui il parco e le sue scuole avevano pagato le conseguenze nel quindicennio precedente, si conferma anche nel corso degli anni ’90. Proprio nel 1990 il Consiglio Comunale di Milano delibera 14 miliardi di lire per la ristrutturazione dell’edificio ex-Convitto da destinare alla scuola media.. Vengono però portate a termine, con uno stanziamento complessivo di 3 miliardi di vecchie lire, solo le meno impegnative ristrutturazioni dei Pad. Gabelli ed Arquati.

La progressiva decadenza delle strutture della scuola all’aperto – in particolare del convitto, della fattoria, della piscina, del teatrino – fa da sfondo all’avvicendarsi di svariate ipotesi sul destino del Trotter, in un confronto a tratti anche aspro che coinvolge il quartiere e la città e che dura per tutto il decennio.

Alla fine del 1993, si verifica “l’emergenza Leoncavallo“. Con una Ordinanza Prefettizia, ritenuta assurda dagli stessi rappresentanti del Centro Sociale, si vuole cedere al Leoncavallo la struttura dell’ex-Convitto. Gli abitanti del quartiere e l’utenza delle scuole si mobilitano con sit-in che bloccano via Padova e via Giacosa; l’ordinanza prefettizia viene così revocata.

Nel 1994, un gruppo di cittadini e di genitori di alunni della scuola fonda l’associazione Città del Sole-Amici del Parco Trotter “. La sua nascita ha come scopo principale quello di mobilitare utenza e cittadini contro il degrado avanzante nel parco e di difendere l’unitarietà e l’unicità delle scuole presenti al suo interno. L’Associazione si impegna subito su un progetto di riqualificazione del parco, in una “città dell’infanzia”, con al suo interno non solo scuole ma anche spazi di educazione ambientale, museale, ecc. Il Comune fa proprio il progetto, ma poi non lo sostiene operativamente.

Nei primi mesi del 1995 sembra prevalere l’ipotesi di chi vuole il trasferimento delle attività scolastiche fuori dal Trotter per trasformare il parco in qualcos’altro. Nell’aprile di quell’anno, infatti, l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Lombardi decide la soppressione della scuola media della “Casa del Sole” e il suo accorpamento alla vicina scuola media Rinaldi. La mobilitazione di genitori e insegnanti fa cambiare idea al Ministro: la scuola media “Casa del Sole” viene staccata dalla media Rinaldi e unita alla scuola elementare del Trotter. Si costituisce così, con decisione ministeriale, il primo Istituto Comprensivo d’Italia (giugno 1995).

L’impostazione didattica degli anni ’90

Nel corso degli anni ’90 la “Casa del Sole” torna alle origini: importanti progetti didattici realizzati nel corso degli anni ’90 sono di evidente impronta costruttivistica.

Il costruttivismo è l’orientamento pedagogico – didattico che si impone nelle scuole italiane più avanzate nel corso degli anni ’90, in reazione al cognitivismo / comportamentismo imperante nei due decenni precedenti. Il costruttivismo ritiene che l’apprendimento vada stimolato all’interno di contesti significativi, ricavati dal mondo reale, perseguendo compiti autentici, progetti operativi. Esso sostiene la necessità di fornire all’allievo che conosce una molteplicità di stimoli e sostegni, onde consentirgli di costruire autonomamente conoscenze senza limitarsi a riprodurle; sottolinea inoltre l’importanza della cooperazione nella attività di ricerca e nella produzione di conoscenze.

È facile vedere in questo pensiero il rifiuto di una scuola staccata dalla vita, e il richiamo al valore dell’esperienza come base dell’educazione. La perdurante attenzione della “Casa del Sole” all’apprendimento come esperienza e come fare, favorisce “naturalmente” l’incontro tra la scuola e gli orientamenti pedagogici più attuali.

Il Tempo per le famiglie

Il  “Tempo per le famiglie di via Giacosa”  nasce nel 1991 a gennaio. Nella città erano già aperti due centri  e si era già sparsa la voce fra le mamme del quartiere di questa nuova iniziativa. Alcune mamme si  attivano per chiedere che un servizio analogo si apra anche in questo quartiere. Questo gruppo di madri  crea il primo nucleo di utenza.

“Il tempo per le famiglie” è un centro comunale rivolto alle famiglie con bambini molto piccoli ( 0- 3 anni)

Questo servizio ha come centralità il gioco: gli adulti giocano con il proprio bambino. Questa scelta  nasce dalla necessità di non creare un pre-asilo o una pre- scuola materna, ma di offrire possibilità di gioco che possano richiamare specifiche abilità e competenze.

In questo luogo la coppia mamma/bambino ha la possibilità di ritagliarsi uno spazio privilegiato per sé, incontrando e stando insieme ad altri adulti e bambini, condividendo spazi materiali ed esperienze.

I bambini, giocando, cominciano a sviluppare le prime relazioni sociali e affettive con i coetanei e gli adulti presenti.

Approcci interculturali alla didattica

Agli inizi degli anni ’90 i flussi economici, culturali, demografici di livello planetario crescono notevolmente. Anche l’Italia si ritrova coinvolta in questo massiccio processo di globalizzazione (crisi delle grandi fabbriche, decentramento produttivo, ecc.). In questo periodo, il nostro paese si trasforma definitivamente da esportatore a importatore di manodopera. Arrivano dall’estero, soprattutto dai Paesi extraeuropei, un gran numero di lavoratori e lavoratrici. Questo crea nuove opportunità di incontro e scambio, ma anche turbamento e ansie collettive.

Nell’anno scolastico 1988/89, grazie ad una convenzione stipulata tra la ripartizione educazione del Comune di Milano e il Provveditorato agli Studi,  vengono assegnate alla  scuola elementare tre insegnanti comunali, come supporto per gli alunni stranieri. Si dà inizio, in tal modo  al “progetto stranieri”. L’esperienza inizia con 11 alunni, un numero destinato ad aumentare negli anni successivi fino ad arrivare a 57 bambini nell’a.s. 1992/93 (provenienza: Perù, Cina, paesi del Magreb). In quell’anno, anche il Ministero della Pubbica Istruzione si attiva, assegnando alla scuola un insegnante statale sul progetto. Sono gli anni dell’alfabetizzazione, in cui si privilegia in modo particolare l’apprendimento della lingua italiana  valorizzando solo occasionalmente la presenza delle altre culture.

Negli anni successivi aumenta il flusso migratorio e, di conseguenza, la presenza di alunni stranieri.

La scuola prende atto di questa nuova realtà e dell’esigenza di aprirsi nei confronti  della diversità. Ricerca, quindi, i modi migliori per stimolare il riconoscimento e il rispetto delle identità culturali e   creare occasioni  di dialogo, confronto, reciproco arricchimento. Dopo varie riflessioni prepara un progetto educativo che coinvolge tutti i bambini, stranieri e non, poiché, come recita la circolare ministeriale n. 73 del 1994,  “l’educazione interculturale è per tutti, con o senza alunni stranieri”.  Il progetto coinvolge tutti gli insegnanti (scuola elementare e media insieme dopo il 1995)   chiedendo loro di cambiare il modo stesso di “fare scuola”.  Esso prevede percorsi didattici ed educativi finalizzati alla conoscenza reciproca, al riconoscimento e alla valorizzazione delle diverse identità culturali, allo sviluppo di mentalità “interculturali”.

All’interno del progetto si sperimentano, di anno in anno, diverse esperienze interculturali .

Educazione alla Pace, educazione allo sviluppo

Alla fine degli anni ’90 nasce il progetto di “Educazione alla Pace” , che coinvolge soprattutto ragazzi delle medie. E’ un percorso di lavoro   sui seguenti argomenti:

  • la carta ONU – i diritti dei minori;
  • guerre di ieri e guerre di oggi;
  • le mine anti-uomo;
  • l’opera di Emercency;
  • “fare per dare”;
  • un ambulatorio pediatrico in Sierra Leone;
  • Una scuola in Ciad.

Alla fine del percorso i ragazzi gestiscono una conferenza pubblica sui temi affrontati, con il sussidio di diapositive fornite dall'”Associazione Umanitaria Emergency”.

Anche qui l’attività conoscitiva viene finalizzata ad uno scopo pratico, quello della sensibilizzazione pubblica sugli orrori della guerra e sulla necessità della solidarietà internazionale.

L’obiettivo fondamentale, infatti, è di educare gli allievi ai valori della convivenza pacifica e, in quanto futuri cittadini, all’impegno sociale.

La Città del Sole –  Amici del Parco Trotter

E’ dagli anni ’70 che il parco Trotter viene difeso da comitati di cittadini, genitori, insegnanti. La nascita dell’Associazione “La Città del Sole – Amici del Parco Trotter “, avvenuta, come già detto, nel 1994, costituisce però una novità importante: è  una sorta di formalizzazione dell’impegno della società civile a difendere e migliorare questo luogo.

L’Associazione viene fondata infatti da un folto gruppo di insegnanti, genitori e cittadini del quartiere che in questo modo vogliono darsi un organismo rappresentativo capace di essere una sorta di interlocutore “ufficiale” nei confronti delle autorità cittadine.

Nel  dicembre 1998 l’Associazione  si iscrive  nel registro Nazionale delle ONLUS; dal novembre 2000 è iscritta nel registro Regionale del Volontariato, diventando  in questo modo  un soggetto giuridico a tutti gli effetti.

L’Associazione nasce per realizzare un sogno: trasformare la scuola all’aperto che dagli anni ‘20 è stata un vanto per Milano, in “città dell’infanzia” pensata per tutti i bambini Milanesi. 

Dall’art. 4 dello statuto, gli scopi dell’Associazione sono:

…conservare, tutelare e valorizzare l’intero patrimonio del Parco Trotter: ambientale, naturalistico, architettonico, didattico-educativo, culturale, quale bene irrinunciabile per l’utenza scolastica, aperto al quartiere ed alla cittadinanza con particolare attenzione alla fascia di età 0 -14 anni;

…conservare, recuperare, tutelare e valorizzare tutte le strutture del Parco Trotter;

…sostenere, contribuire a sviluppare e potenziare le attività didattico educative della  Scuola del Trotter…;

…promuovere forme associative di cooperazione culturale e sociale.

Il 13 giugno 1994 la neonata Associazione organizza un incontro pubblico sul tema ” Il parco e le sue scuole – i luoghi della cultura e della memoria” ; da allora, sono innumerevoli le iniziative e le manifestazioni  alle quali essa ha contribuito, alcune affiancando le Scuole del Parco, altre in completa autonomia, ma tutte animate dallo stesso spirito: portare all’attenzione della città un patrimonio culturale ed ambientale a molti sconosciuto; far vivere da subito il Trotter come una “città dell’infanzia” aperta ai bambini di tutta la città.   

In questo suo impegno a difesa della originale esperienza della “Casa del Sole” inizia ben presto a intervenire sugli aspetti legati alla manutenzione del parco e al suo rilancio. Con l’Associazione “La Città del Sole – Amici del Parco Trotter” partecipa massicciamente alle campagne di “Puliamo il mondo”, organizza feste e altri momenti di socialità, richiama l’attenzione dei pubblici poteri sulla necessità di migliorare la vivibilità del parco e la sicurezza dei bambini che lo frequentano.  

I risultati ottenuti sono importanti: nel parco vengono installati, finalmente, i cancelli automatici e le telecamere; i controlli delle forze dell’ordine, in orario di apertura al pubblico, diventano più frequenti; vengono creati spazi giochi per bambini e ripristinate alcune fontanelle.

Il padiglione Da Feltre, rimasto senza bagni per due anni (i bambini utilizzavano i bagni esterni messi a disposizione dalla Protezione Civile) dopo forti proteste viene risistemato, e anche sulla ex-chiesetta, parte integrante e imprescindibile del complesso scolastico del Trotter, finalmente si inizia ad intervenire con radicali lavori di ristrutturazione.