Presso la scuola dell’infanzia gli anni ‘90 sono un periodo di grande effervescenza.
A partire dal 1992, vengono avviati dei laboratori d’arte (pittura, creta, ecc.) che, pur innestandosi su una tradizione di attenzione all’espressività infantile, accentuano, di questa attività, l’aspetto legato al “dire di sé” dei bambini, al loro mettersi alla prova in termini inventivi, piuttosto che l’aspetto legato alla mera conoscenza degli strumenti e delle tecniche.
In questi laboratori, i bambini hanno la possibilità di produrre manufatti: “manufatti che si vedono, che si toccano, che possono essere rivisti, riaggiustati e parlati”, “carichi dei loro stessi mondi interni” (F. Caggio, R. Abbatinali, Quasi arte, Edizioni Junior, 2004).