Stanza delle Scoperte – Museo dei Ragazzi

All’incrocio tra la tradizione attivistica della scuola, l’attenzione al parco e alle sue risorse e le nuove tendenze pedagogiche costruttivistiche si situa anche l’importante progetto “Stanza delle scoperte – Museo dei ragazzi“, un’esperienza proposta e realizzata soprattutto (ma non solo) da classi della scuola media.

Partito nell’anno scolastico 1989 – 90 con la collaborazione della rivista Airone Junior  e durato più di dieci anni, questo progetto consiste nell’allestimento di uno spazio espositivo museale nel parco, interamente pensato e gestito dai ragazzi.

L’iniziativa propone agli studenti un nuovo modo di avvicinarsi alla fruizione museale, e ha come scopo quello di stimolare la loro attenzione  e   curiosità per i luoghi di conservazione delle testimonianze del sapere umano, proprio  attraverso la costruzione di un luogo siffatto. Più in generale, l’allestimento di uno spazio espositivo degli allievi nel Parco punta da un lato a valorizzare il  Trotter e le sue strutture, dall’altro intende sollecitare  nelle classi una didattica del fare che abbia proprio in questo spazio espositivo “autogestito” il suo momento culminante e terminale.

Il coinvolgimento attivo degli studenti alla realizzazione del museo, in termini di progettazione degli spazi, raccolta e catalogazione degli oggetti, conservazione, pubblicizzazione, guida, ecc. costituisce l’aspetto didattico – pedagogico centrale dell’iniziativa. Esso viene visto come il veicolo attraverso cui gli allievi possono acquisire competenze disciplinari in campo ambientale – naturalistico, storico, musicale, ecc. (i vari settori in cui si articola il museo) e competenze trasversali di tipo organizzativo, sociale, etico – civile…

Il significato generale dell’esperienza viene sintetizzato dal motto “se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco” che la scuola prende a prestito da un antico proverbio orientale e che è anche il pensiero  in cui sintetizza la sua filosofia  pedagogica Bruno Munari, grande artista milanese famoso in tutto il mondo per le sue creazioni e per  le sue innovative esperienze di didattica museale , vero ispiratore  della “Stanza delle Scoperte” alla “Casa del Sole”. Sua, infatti, è l’idea di un museo dove i bambini non si limitano a guardare ma possono fare (toccare, costruire, manipolare, scoprire, giocare); l’idea, insomma, di un vero e proprio museo – laboratorio in cui si possa “imparare facendo”, che in quegli anni Munari va a condividere con la “Casa del Sole” in una serie di incontri tenuti con il corpo docente della scuola.

Il Museo, situato in alcuni locali del parco a ridosso dell’ex Convitto per l’occasione rimessi a nuovo da insegnanti, allievi e genitori,  contiene diverse stanze: della scienza e della magia, della geografia e dei Paesi stranieri, della storia, della fantasia, della musica, ecc. Accoglie “pezzi” reperiti grazie alla collaborazione non solo delle famiglie ma anche di molte istituzioni museali e culturali cittadine:  la farfalla più grande del mondo, messa a disposizione dalla rivista Airone; il pesce siluro e una grande tartaruga mediterranea, che provengono dall’acquario civico di Milano; una volpe, un cinghiale, una marmotta e altri animali dati dal Museo di Storia Naturale, ecc. Collaborano con i ragazzi all’allestimento del Museo esperti e ricercatori: oltre a Munari, Walter Moioli,  cultore di musica preistorica e della natura,   che mette a disposizione i suoi incredibili strumenti musicali e collabora alla realizzazione di un’orchestra di 120 alunni.

La Stanza delle Scoperte della Casa del Sole ottiene negli anni ampi riconoscimenti da parte di importanti istituzioni  educative e museali cittadine. Viene visitato dai ragazzi delle altre scuole. Viene presentato sulle pagine dei giornali milanesi ed è oggetto di diversi servizi televisivi (Rai, Telenova, TV Junior).