Volo del dirigibile
Atterraggio del dirigibile “Leonardo da Vinci” al Trotter di Turro.
Anno 1910.
Descrizione
Si può trovare qui il resoconto del volo del dirigibile che riportiamo di seguito.
Volo del Leonardo da Vinci
Produzione Milano Films, 1910 – m 260
« Il primo esperimento del dirigibile Leonardo da Vinci al Trotter di Milano a pieno beneficio del Natale della Stampa ha avuto luogo domenica scorsa di gennaio. La giornata splendida, quasi primaverile, un cielo sgombro dì nuvole e puro di nebbie favorì lo spettacolo magnifico richiamando al lontano ippodromo di Turro Milanese, alle porte della città, una folla immensa. Le lunghe file delle automobili, delle carrozze e dei veicoli d’ogni specie — per l’occasione fecero un’uscita anche dei vecchi omnibus sgangherati — ostacolarono per tutto il pomeriggio il transito nei quartieri di porta Venezia. Tutta la popolazione, approfittando del solatio pomeriggio festivo, s’era dato convegno al Trotter per ammirare l’aeroplano milanese del simpatico ing. Forlanini, divenuto in poche settimane popolarissimo. Alle 15 il Leonardo da Vinci fa puntualmente capolino sul cielo di Crescenzago, mentre dalle finestre, dai tetti e dalle cime nude dei pioppi, il popolo segue con meraviglia la sua placida avanzata nell’aria serena. Il pubblico che lo attende fremente al Trotter cessa d’interessarsi alle gare di foot-ball; la terra è dimenticata, quasi sprezzata; tutti i nasi si voltano in su mentre il dirigibile argenteo percosso dai raggi del sole s’inoltra silenzioso e grandeggia sempre più e appare finalmente sopra il campo. Allora scoppia un applauso immenso, fragoroso. un clamore di migliaia di voci. È un momento di grandissimo entusiasmo. Su questa enorme distesa di gente si agitano migliaia di fazzoletti, di cappelli, si protendono le braccia in atto di saluto. Le bande intonano la marcia reale. E il dirigibile calmo, sereno, magnifico, segna un giro sopra l’Ippodromo. Poi, da bordo, sventola una bandiera bianca. È il segno della discesa.
Da terra gli operai, che sono accorsi in automobile da Crescenzago dopo l’ascesa del Leonardo, con l’ingegner Albertario, rispondono con un’altra bandiera bianca per dire che son pronti. E cominciano le manovre per l’atterramento, che il pubblico segue con un interessamento vivissimo. A un tratto la guiderope si snoda dal dirigibile rotolando a terra. Gli operai si aggrappano alla grossa corda e la grande nave aerea comincia ad abbassarsi lentamente. Ma improvvisamente essa oscilla verso la parte della tribuna d’onore. L’anima del pubblico sembra sospesa, nell’ansia del momento. Viene data la marcia-indietro; gli operai si affannano a tirare il cavo, e infatti il dirigibile si sposta.
Ecco che adesso incontra degli altri ostacoli. Troppo ristretto è il campo per un colosso di quel genere. Il dirigibile si libra, sempre in manovra di discesa, sopra la cabina dei cronometristi e sopra due automobili ferme sul campo. E’ un momento di grande emozione. La enorme massa scende sempre, velocemente ormai. Un urto sembra inevitabile. Dalla folla si levano piccoli gridi di spavento. Ancora un metro e il dirigibile andrà a battere contro la cabina. Ma una manovra incredibile lo salva, lo fa sgusciar fuori, in avanti. Mezzo minuto dopo il dirigibile è atterrato felicemente.
Allora dalla folla immensa si leva un clamore favoloso. L’entusiasmo, trattenuto dall’ansia, esplode con un fragore impressionante.
Intanto l’ingegnere Forlanini discende dalla cabina, e balza a terra. Suo figlio, il professor Forlanini suo fratello, le signore di sua famiglia gli si fanno attorno commossi, lo abbracciano, mentre intorno echeggiano gli evviva. E subito uno stuolo lo circonda. Accorrono i cinematografisti coi loro apparecchi. Uno grida, girando la manovella:
— Viva Forlanini!
Poco prima delle 10 tutto è pronto per la partenza. E il Leonardo risale maestoso, fra un nuovo clamore d’applausi. In un attimo, a motori spenti, si leva a cinquanta metri, poi a ottanta. Allora le eliche cominciano a funzionare, e il grande mostro si appunta verso Crescenzago. Nella stessa sera la popolazione di quella borgata offrì una medaglia e un banchetto all’ing. Forlanini. La medaglia porta da un lato il dirigibile con in fondo il piano lombardo e la guglia del duomo col motto : imperat ventis. »
A cura di “sempre in penombra – archivio del cinema muto”.